Per prima cosa ho ripreso in mano la
Costituzione, poi ho confrontato le modificazioni proposte.
Mi sono documentato sul clima che
l'aveva generata: la fine di una guerra, la resistenza, il panorama
politico. Il Paese dilaniato: fra coloro che pur uniti dalla
Resistenza erano divisi fra Cattolici e Comunisti atei. Una parte
consistente di nostalgici del Fascismo e della Monarchia,
contrapposti alla maggioranza Repubblicana. Tutti in condizioni
economiche disastrose con una disoccupazione spaventosa, esclusa
quella minoranza, occulta, che si era arricchita con la borsa nera ed
altri mezzi illeciti.
Le comunicazioni erano lente e
difficoltose ed una parte considerevole del Paese semi-analfabeta.
Nonostante queste profonde differenze
sociali ed i molteplici orientamenti politici fu trovato un accordo,
fra mille compromessi. E fu scritta una Costituzione, che fece testo
in tutto il mondo.
Sulla prima parte vi fu un consenso
generalizzato, mentre la seconda parte fu egualmente accettata, ma
immediatamente e poi anche in seguito arrivarono i distinguo, da
quegli stessi, per i molti aspetti che solo in piccola parte si
cerca ora di modificare.
L'Italia si impegnò nella ricrescita
sociale ed economica, fino al Boom degli anni '60.
In questi ultimi cinquanta anni il
Paese si è fermato ed ora ha imboccato un declino inarrestabile.
Ora viviamo in un mondo globale con
comunicazione in tempo reale e con una disoccupazione giovanile che
non permette ad un trentenne, come me, di programmare il suo futuro e
non riesco a non pensare, quale sarà quello delle nuove generazioni.
Bisogna invertire questo trend e bisogna cambiare. L'Italia ha bisogno di cambiare abitudini, di
liberarsi dai legacci di una burocrazia statica e senza fantasia. Istituzioni ciascuna delle quali sappia esattamente in quali campi e con quali vincoli devono operare.
Mi fa specie che l'Italia sia divisa
fra il SÌ ed il NO quando i sostenitori di quest'ultimo sono quelli
che hanno Governato il Paese negli ultimi 60 anni e sono perciò i
responsabili del nostro declino. Non riesco a capire i nuovi
movimenti e partiti politici nati con la missione del cambiamento,
che sono alleati nel NO con coloro che hanno retto le sorti
politiche, fino a questo disastro economico e sociale.
Per questo io voterò senza remore SÌ
a questo Referendum Costituzionale.
Se poi i risultati non saranno quelli
che mi aspetto, userò tutti gli strumenti per cambiarla, ancora ed
ancora e per cambiare le Leggi con il nuovo strumento del Referendum
propositivo.
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