Una recente sentenza del Tar del Lazio ha posto precisi limiti all'obiezione di coscienza dal personale sanitario dei consultori familiari per quanto riguarda il tema attinente all "inizio vita". La vicenda trae origine da un decreto emanato dal commissario per la sanità della Regione che ha ritenuto estranee all'ambito di operatività dell'obiezione di operatività di coscienza (prevista dal' art. 9 delle legge n.194 sulla interruzione volontaria della gravidanza). Il decreto è stato impugnato dal Movimento per la Vita, e da altre associazioni, che ne hanno sostenuto l'illegittimità. Con il suo stile chiaro, esastico e comprensibile a tutti ci ha spiegato perché le donne hanno diritto a decidere, se procreare o non ed ad ottenere la prescrizione dei contraccettivi, detti "la pillola del giorno dopo" ha spiegato perché si tratta di contraccezione e non di "aborto" ha spiegato ai chiaramente ai medici perché non si tratta di "obiezione di coscienza", ma che è sotterrassi ai propri doveri professionali. Grazie dottor Dario Crestani (sul G.d.V. di Domenica 11 settembre 2016, pag. 54) di aver rotto il silenzio, che tutte le testate giornalistiche, stampa e tivù, non hanno dato il risalto che meritava, questa sentenza del TAR del Lazio.
Maurizio Murante
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